Tante eccellenze messe insieme non è scontato possano creare qualcosa di armonico e redditizio.
Una squadra di calcio formata da 11 campioni non è ovvio né che giochi bene, né che vinca il campionato se non trova i giusti accorgimenti tattici; un ensemble di grandi artisti proporrà probabilmente grande musica, ma non è detto che raggiunga il cuore dell'ascoltatore se non vi è empatia tra i componenti dell'orchestra; più banalmente, una pizza per la quale sono utilizzate le migliori materie prime, non è certo che sia buona se queste non vengono dosate con equilibrio.
Vicoingusto 1.0, la bella manifestazione voluta da Faby Scarica, ha dimostrato che anche per gli eventi enogastronomici, quando c'è un percorso comune, uno spirito condiviso tra produttori, trasformatori e consumatori, la serata non rimane un expo qualunque di prodotti d'eccellenza, ma diviene qualcosa in più.
Chi ama la nostra bistrattata terra dovrà gioire nel leggere che ai tanti link già esistenti, da Vicoingusto, sono venute fuori nuove collaborazioni: pizzaioli, agricoltori e rivenditori si sono incontrati e, grazie alle squisite capacità relazionali di Fabiana, si sono conosciuti, piaciuti, interessati l'uno all'altro. La grande "mobilità" tra le varie postazioni degli stessi protagonisti della manifestazione ne è un chiaro esempio, così come la crescente piacevolissima caciara!
Insomma, pare proprio che si siano gettate le basi per fare rete, cosa non certo scontata in Campania.
Il sottoscritto ha avuto il piacere di essere testimone della nascita di questa nuova modalità di mettersi in vetrina ed, ovviamente, il modo migliore per esprimere apprezzamento al lavoro di tutti è stato... assaggiare!
Ciro e Nunzia Arenella, dalla loro meravigliosa bottega Campania mia, hanno offerto in degustazione una notevole quantità di delizie, tra le quali è doveroso sottolineare una delicata porchetta veneta (che il buon Ciro ha voluttuosamente piastrato) e, prima uscita campana, la mortadella di maiale allevato allo stato semibrado...
Antonio Longo, patron della Santomiele, ci ha fatto conoscere, apprezzare ed amare la declinazione luxury della classica "fica 'mbuttunata". Qualche esempio?Il fico bianco del Cilento, mandorla e arancia e delicatissimo, quello ripieno di noce cilena, mandarino amaro e finocchietto è fantastico; eleganti le confezioni, bella la cupola di sfoglie di fico e cioccolato 70%.
Roberto D'Andrea è o non è un macellaio? Con la sua bottega "Io sono la chianina" ha portato le carni in una dimensione diversa, semplice e raffinata, esclusiva ma alla portata di tutti.
La tartare di Fassona (da una ricetta di Antonella Rossi) con maionese agli agrumi, salsa di soia e senape in grani è il manifesto della sua idea di piatto di carne!
Sasà Martucci ha allargato il raggio entro il quale si possono mangiare ottime pizze fritte.
I Masanielli di Caserta è realtà da tenere presente e della quale dovremo parlare mooolto presto!!!
Il post diventa troppo lungo, ma come non posso citare la meravigliosa arte bianca di Massimiliano Malafronte, che nel suo panificio di Gragnano sforna ogni ben di Dio, compresi panettoni d'ogni foggia;
Ciro e Nunzia Arenella, dalla loro meravigliosa bottega Campania mia, hanno offerto in degustazione una notevole quantità di delizie, tra le quali è doveroso sottolineare una delicata porchetta veneta (che il buon Ciro ha voluttuosamente piastrato) e, prima uscita campana, la mortadella di maiale allevato allo stato semibrado...
Antonio Longo, patron della Santomiele, ci ha fatto conoscere, apprezzare ed amare la declinazione luxury della classica "fica 'mbuttunata". Qualche esempio?Il fico bianco del Cilento, mandorla e arancia e delicatissimo, quello ripieno di noce cilena, mandarino amaro e finocchietto è fantastico; eleganti le confezioni, bella la cupola di sfoglie di fico e cioccolato 70%.
Roberto D'Andrea è o non è un macellaio? Con la sua bottega "Io sono la chianina" ha portato le carni in una dimensione diversa, semplice e raffinata, esclusiva ma alla portata di tutti.
La tartare di Fassona (da una ricetta di Antonella Rossi) con maionese agli agrumi, salsa di soia e senape in grani è il manifesto della sua idea di piatto di carne!
Sasà Martucci ha allargato il raggio entro il quale si possono mangiare ottime pizze fritte.
I Masanielli di Caserta è realtà da tenere presente e della quale dovremo parlare mooolto presto!!!
Il post diventa troppo lungo, ma come non posso citare la meravigliosa arte bianca di Massimiliano Malafronte, che nel suo panificio di Gragnano sforna ogni ben di Dio, compresi panettoni d'ogni foggia;
Patrizio e Sara, preziosi produttori del fantastico Pecorino Bagnolese d'Irpinia;
Giovanni Assante con la divina pasta e fagioli, Giorgio Scarselli ed il suo ragù (per il quale ho sentito aggettivi talmente aulici... da non potere essere riportati), Michele Ferrante ed i suoi fagioli di Controne, Venerando Valastro per la polpetta 'cca sarza più delicata che ci sia ("niente olio....solo lardo!" dichiarava lo scanzonato)
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