Da Josè, specialisti nella tradizione

Via Messina Marine, 267
Palermo

L'ultimo dolce momento che Palermo ha voluto regalarci è stato l'incontro con gli amici della pasticceria José. 


Non esagero ad usare la parola amici. Al netto della straordinaria simpatia che inevitabilmente si libera con ogni siciliano (almeno a me capita così), con Piero D'Amico è scattata una immediata empatia che ha reso un incontro di mezz'ora un momento speciale, una rimpatriata tra persone che pur non essendosi mai nemmeno sfiorate, condividono una impressionante quantità di punti di vista.


Certo, il mio, dopo essermi imbattuto in questo mastodonte che purtroppo la foto non riesce a rendere nel pieno della sua bellezza, in quel momento, era ovviamente di benevola disposizione al ragionare serenamente anche sui massimi sistemi della vita sotto un sole cocente...
Delizioso, croccantissimo, con una evidente presenza di cacao nella cialda e una sublime freschezza nel ripieno di ricotta.


Un cannolo, seppur di tal portata, non ci è bastato: l'offerta di questa pasticceria-gelateria è talmente invitante, da costringerti ad un ulteriore assaggio. 


D'altro canto se vieni a sapere che il pistacchio è rigorosamente etneo, l'essenza di limone è estratta da agrumi coltivati nella Conca d'oro, le fragoline sono di Marsala, le brioches sono state sfornate in mattinata dai collaboratori di Piero, perchè resistere alla tentazione? Ovviamente, ogni descrizione sarebbe superflua per raccontare il paradiso di sapori nel quale ci si ritrova: tocca venire qui e provare.


Qui, dove il gelato è cosa seria, dove comprendi che è parte importante della storia pasticciera siciliana e dove si avverte il peso della responsabilità di questa straordinaria tradizione: che siano i classici alla frutta o i sopraffini torrone e cassata all'antica, Gabriele e Giuseppe, terza generazione D'Amico al lavoro, modellano a mano la massa gelata estratta dalla gelatiera per realizzare delle gustosissime opere d'arte.



Potrei rimanere ore a chiacchierare con i D'Amato: Piero è permeato della passione per la sua terra e dell'arte di cui è custode, non c'è dolce del quale non possa raccontare vita, morte e miracoli, riferimenti storici ed aneddoti; i ragazzi non sono da meno, interpretando la stessa dedizione alla pasticceria di qualità dalla loro invidiabile posizione di venti-trentenni. 


Non possiamo non ringraziare nonno Giuseppe, colui che diede il via a questa importante storia familiare, tanto apprezzato in città da essere invitato a proporre le sue creazioni anche da aristocratici spagnoli che presero a chiamarlo Josè, da cui il nome della pasticceria.


Chiudo il post con le parole che Piero ha voluto dedicare a Cucinapop: 
"Chi ama il buon cibo, conserva la memoria e la cultura di un popolo, tramandandole ai posteri. Che tutti noi possiamo essere testimoni di un'esperienza che nutre il corpo che è contenitore dell'anima." 



Selfone obbligatorio con annessa (probabile) meravigliosa sorpresa: se proprio non si riesce ad andare a Palermo ad assaggiare, forse per il prossimo Natale...

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