Non essere volgare, non volevo intendere quello che stai pensando, ma magnificare lo straordinario dono della natura che è il limone di Sorrento.
Questo meraviglioso frutto IGP è coltivato tra Vico Equense e Capri, passando per tutta la costiera sino a Massa Lubrense; spesso cresce sotto una impalcatura di pali di castagno che lo proteggono dagli agenti atmosferici, ed è raccolto a mano per evitare che la buccia entri in contatto con il terreno.
Le dimensioni sono medio grosse, la forma ellittica e simmetrica, la scorza spessa e di colore giallo intenso.
In tanti ne adoperano solo la buccia per fare in casa il limoncello, usando poi il succo per i propri condimenti; eppure, come succede per il maiale, anche del nostro divino frutto non si butta via niente!
Ecco cosa abbiamo fatto con 2 kg di limoni di Sorrento (16 pezzi)
- La scorza: in infusione nell'alcool genera il fresco limoncello. Siamo riusciti a recuperarne 200gr. Qui la ricetta della signora Rosa di Sant'Agata sui due Golfi (la vecchina che ce li ha venduti, dopo il nostro pranzo al Fienile di Massa Lubrense)
- Il succo: abbiamo adoperato 4 limoni (circa 500 gr) per ricavarne il succo con cui abbiamo condito insalate e pesce.
- L'albedo: con il pane, la parte bianca della buccia, abbiamo fatto della delicatissima frutta candita. I limoni di Sorrento, come detto, ne hanno uno strato importante (circa 600 gr per 12 limoni) e abbiamo pensato che valesse la pena tentare di recuperarla con ottimi risultati.
- La polpa: i 12 limoni ci hanno regalato circa 700gr di polpa con la quale abbiamo realizzato una strepitosa marmellata
- Le foglie: approfitta della bontà di questo prodotto sino all'ultimo e goditi una bella provoletta alla brace
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