Il nostro continuo girovagare alla ricerca di esperienze pop, ci ha portato in un luogo tra gli orti e i lapilli che profuma di zagara, un posto sospeso tra il mare del golfo e il cono della Montagna.
Le parùle in antica lingua napoletana sono gli orti.
E' un vocabolo che ignoravo nonostante 'o parulano (il contadino che viene da 'e pparule, le paludi, l'attuale Ponticelli) sia citato nella Tammurriata nera, nella quale si interroga sulla nascita del piccolo Ciro, figlio di mamma napoletana eppure nero!
Giuseppe Pignalosa ha voluto chiamare così il nuovo locale di famiglia; lo considera un orto tra gli orti del Vesuvio, una esperienza di sintesi tra i prodotti della terra e le altre eccellenze del territorio, che, grazie ad una sapiente combinazione, contribuiscono a creare pizze originali e dai grandi sapori.
La struttura è fresca, rinnovata da poco, con i colori che richiamano la terra, il cielo ed il mare che è quasi a portata di mano.
Da qui si ammira l'intera baia di Napoli, da Miseno sino a Punta Campanella, con Capri che si ritaglia il ruolo di prima donna giusto al centro del panorama. L'aria è mite, d'estate la grande terrazza sarà presa d'assalto dagli accalorati cittadini alla ricerca di frescura.
Ma siamo qui per mangiare e dunque via con i fritti!
I pezzi sono belli, croccanti, dalla panatura compatta; le palle di riso si rivelano bianchissime e profumate, la frittatina è più vicina a quella che faremmo a casa con gli spaghetti che non alla classica da friggitoria: ha personalità!
A seguire, un festival di pizze.
Iniziamo con la marinara con le alici fresche, aglio di Ufita, olive di Gaeta e olio evo Villa Dora; è un bel modo di partire per un evocativo percorso dei sapori che ci porterà in giro per la nostra regione.
Un giro di pizze che si rispetti deve prevedere per forza Sua Maestà la Margherita. Anche in questo caso è l'accogliente personale di sala a completare questa delizia, versando un filo d'olio a crudo.
Quelli di le Parùle dedicano giustamente tanta attenzione a questo ingrediente ancora poco valorizzato nella maggior parte delle pizzerie.
Nelle prime due preparazioni è stato usato un delicato olio prodotto sulle pendici del Vesuvio dalla azienda Villa Dora (che fornisce anche parte dei vini proposti) , sulle successive ne gradiremo un secondo, dalle caratteristiche più decise, realizzato con olive della varietà racioppella di Casalduni.
La fior di latte, ricotta di bufala leggermente salata, crema di fave e pancetta è una delle fresche pizze di primavera. Buona, buonissima, la mia preferita!
Terminiamo con la Giagiù, con pomodorini del piennolo gialli, alici di cetara, zucchina san Pasquale, olio evo, burrata di bufala e una grattata di scorza di limone: un vero concentrato di eccellenze che esalta un impasto estremamente leggero, fortemente idratato e dalla lunga lievitazione.
Una scorpacciata che è possibile a prezzi davvero pop: la margherita è proposta a 4,50 euro, il resto delle pizze, comprese le speciali, sono acquistabili entro gli 8 euro. Con 15 euro pizza, birra, frittura, aria fresca, bella vista e finanche un ottimo distillato all'albicocca del Vesuvio! Giuseppe Pignalosa si merita uno dei nostri selfie!
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