The Porterhouse Temple Bar
16-18, Parliament Street
Dublino 2
www.porterhousebrewco.com
La vera caratteristica è che questo è uno dei pochissimi brew pub cittadinii. The Porterhouse Temple Bar, è infatti uno dei punti vendita a Dublino della omonimo birrificio, creato a Wicklow, una contea poco distante da Dublino, famosa per i meravigliosi paesaggi e soprattutto per l'acqua che vi sgorga, celebrata come uno dei quattro ingredienti della Guinnes.
I cugini Liam Lahart e Oliver Hughes, appassionati di birre, aprirono nel 1989 la prima birreria Porterhouse, specializzata nell'importazione di birre da tutto il mondo (in particolare dal Belgio), in un vecchio edificio della zona.
Una tale delizia merita di essere conosciuta ovunque e dunque ecco nascere i Porterhouse a Temple Bar (1996), North (2004) e Central (2006, miglior bar con birre artigianali del 2014) a Dublino, al Covent Garden a Londra (2000), a Cork (2013) e infine il recentissimo Fraunces Tavern di New York!
16-18, Parliament Street
Dublino 2
www.porterhousebrewco.com
Una bella giornata a Dublino, non può che concludersi a Temple Bar, il celebre quartiere dei pub. In questo dedalo di viuzze, insistono alcuni tra i più celebri locali della città che, com'è ovvio, sono presi d'assalto dai turisti e, soprattutto nei fine settimana, perdono l'atmosfera irish, diventando un melting pot di ubriaconi festanti.
Il Porterhouse, all'incrocio tra Essex street (la strada principale di Temple Bar) e Parliament street, fa un pò storia a se, tra i tanti locali della zona.
Tre piani di banconi con spillatori, angoli in penombra, armadi e scaffali pieni di ogni ben di Dio, tavolate di amici, maxischermi per vedere il rugby connotano l'immagine di questo grande pub.
Tre piani di banconi con spillatori, angoli in penombra, armadi e scaffali pieni di ogni ben di Dio, tavolate di amici, maxischermi per vedere il rugby connotano l'immagine di questo grande pub.
La vera caratteristica è che questo è uno dei pochissimi brew pub cittadinii. The Porterhouse Temple Bar, è infatti uno dei punti vendita a Dublino della omonimo birrificio, creato a Wicklow, una contea poco distante da Dublino, famosa per i meravigliosi paesaggi e soprattutto per l'acqua che vi sgorga, celebrata come uno dei quattro ingredienti della Guinnes.
I cugini Liam Lahart e Oliver Hughes, appassionati di birre, aprirono nel 1989 la prima birreria Porterhouse, specializzata nell'importazione di birre da tutto il mondo (in particolare dal Belgio), in un vecchio edificio della zona.
Gli amanti della meravigliosa bevanda, sanno quanto è irresistibile la tentazione di fare da se la propria birra e Lahart&Hughes, sfidando le multinazionali detentrici dei marchi storici irlandesi, decidono di tentare una nuova etichetta.
Il tentativo è più che riuscito se la Plain Porter è stata dichiarata nel 1999 e nel 2012, la migliore stout del mondo!
Il tentativo è più che riuscito se la Plain Porter è stata dichiarata nel 1999 e nel 2012, la migliore stout del mondo!
Una tale delizia merita di essere conosciuta ovunque e dunque ecco nascere i Porterhouse a Temple Bar (1996), North (2004) e Central (2006, miglior bar con birre artigianali del 2014) a Dublino, al Covent Garden a Londra (2000), a Cork (2013) e infine il recentissimo Fraunces Tavern di New York!
Non sono qui a descrivervi la birre che abbiamo preso (Plain Porter, Oyster, Red) perchè è esperienza che bisogna fare per comprendere appieno il mondo delle stout, per apprezzarle al di la dell'impatto così "caffettoso" che abbiamo in Italia;
basti sapere che la presenza dei luppoli è molto più marcata e dunque sono birre che accompagnano tanti cibi, finanche le ostriche (d'altro canto era il tradizionale abbinamento con le stout nel XIX secolo) che, addirittura, diventano parte del processo produttivo della Oyster.
basti sapere che la presenza dei luppoli è molto più marcata e dunque sono birre che accompagnano tanti cibi, finanche le ostriche (d'altro canto era il tradizionale abbinamento con le stout nel XIX secolo) che, addirittura, diventano parte del processo produttivo della Oyster.
Abbiamo "appoggiato" le birre su un cesto di patate fritte (si, ordinate proprio un "basket of chips"), che io normalmente evito ovunque ma che a Dublino diventano quasi irresistibili, forse per il taglio grossolano o semplicemente perchè non sono quegli stecchini congelati a cui ci hanno abituato nelle nostre città.
La sessione di musica tradizionale è affidata ad un trio chitarra- batteria- fiati originale e suggestivo, che calamita l'attenzione e ti fa esclamare: "Cazzo, ma siamo a Dublino!"
I costi: le birre 5 euro l'una, le patate 3,5 euro.
Visitato il 17/01/2015
La sessione di musica tradizionale è affidata ad un trio chitarra- batteria- fiati originale e suggestivo, che calamita l'attenzione e ti fa esclamare: "Cazzo, ma siamo a Dublino!"
I costi: le birre 5 euro l'una, le patate 3,5 euro.
Visitato il 17/01/2015
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