The Brazen Head
20, Bridge Street Lower
Dublino 8
"Corley, at the first go-off, was inclined to suspect it was something to do with Stephen being fired out of his digs for bringing a bloody tart off the street. There was a dosshouse in Marlborough street, Mrs Maloney's, but it was only a tanner touch and full of undesirables but M'Conachie told him you got a decent enough do in the Brazen Head over in Winetavern street..." "Ulysses", James Joyce
Andare per pub a Dublino e non andare al Brazen Head è un pò come andare a Roma e non vedere il Colosseo.
Abbiamo incluso la tappa al più antico pub di Dublino, nella giornata dedicata alla visita della zona occidentale della città, tour che ci ha portato alle cattedrali di San Patrizio e Christchurch e alla Guinnes storehouse.
Quando è stata scoperta l'America, questo pub aveva già 300 anni, quando veniva mozzata la testa a Maria Antonietta qui si servivano birre da quasi 600 anni e quando a Standford, Larry Page e Sergej Brin, fondavano Google, a Dublino, gli avventori abituali, spegnevano le 900 candeline al Brazen Head!
Preferiamo visitare il locale all'ora di pranzo per evitare file ed assembramenti di turisti vocianti ed abbiamo avuto ragione: godiamo completamente dell'atmosfera unica di questo pub, insieme a pochi altri visitatori e a qualche gruppo familiare; gli unici non irlandesi, siamo noi.
Il tetto è basso, come in tutte le costruzioni di quell'epoca, e c'è un bel tepore dovuto alle tante candele e a qualche stufetta poggiata qui e li.
Un bel camino scoppiettante concilia il nostro soggiorno; una mamma coccola il suo bimbo, i fratelli più grandi borbottano perchè non è ancora arrivato il loro piatto, altri amici raccontano storie sorseggiando la loro birra.
C'è un'atmosfera diversa rispetto a quella che abbiamo trovato negli altri pub. Anche la celebre allegria irlandese, qui è più smorzata, nonostante il clima resti pervaso da una cordialità pacata e rilassante. Sarà che veniamo dalla Guinness storehouse e dalle sue ammalianti pinte, ma questo pranzo si rivela come il più piacevole, quasi casalingo.
Il pranzo, non poteva che essere composto da pietanze tradizionali. Optiamo per una nuova porzione di Irish stew, che avevamo già gustato al Hairy Lemon, e per uno dei piatti che ricordano che Dublino, dopotutto, è una città sul mare: le cozze al vapore. Accompagniamo le pietanze scelte con un paio di lager Harp, avendo già fatto incetta di stout nel mattino.
Se le cozze sono buone, bisogna essere proprio maldestri per rovinarle. Fortunatamente, non è questo il caso.
Il piatto, semplicissimo ed inusuale per le nostre latitudini per la presenza della panna, è molto gustoso, quasi intrigante per quel sugo che rimane sul fondo una volta mangiate tutte le cozze. I mitili, mentre vengono fatti aprire come è solito in olio (presumo) ed aglio, vengono arricchiti con la panna, il vino, lo scalogno il prezzemolo ed il timo.
Potevamo non fare scattare la scarpetta con il pane di soda in questo ben di Dio?!?
Il piatto, semplicissimo ed inusuale per le nostre latitudini per la presenza della panna, è molto gustoso, quasi intrigante per quel sugo che rimane sul fondo una volta mangiate tutte le cozze. I mitili, mentre vengono fatti aprire come è solito in olio (presumo) ed aglio, vengono arricchiti con la panna, il vino, lo scalogno il prezzemolo ed il timo.
Potevamo non fare scattare la scarpetta con il pane di soda in questo ben di Dio?!?
L'Irish stew, è meno brodoso del primo che abbiamo assaggiato, segno che la ricetta, come tutte le ricette tradizionali, non è unica e si può realizzare secondo le abitudini della casa o la personale idea dello chef. Neanche a dirlo, il piatto è straordinario nella sua semplicità, con il montone che regge alla grande la onnipresente patata. Da buoni italiani, il pane di accompagnamento non poteva mancare, ma, in omaggio alle tradizioni locali, l'abbiamo arricchito con burro.
Dopo avere mangiato, andando in ricerca della toilette ( a Dublino, tocca essere informati sull'argomento, vista la tanta birra), ammiriamo ancora altre sale e i vari particolari di questo fantastico locale.
Chissà quale sarà il posto di James Joyce, che ha frequentato lungamente il Brazen Head, tanto da citarlo nel suo Ulysse. E incuriosisce pensare di che parlassero ai loro tavoli, Brendan Behan, Jonathan Swift o Michael Collins, altri celebri frequentatori del locale.
Lasciamo a malincuore il Brezen Head e le sue atmosfere, ma d'altro canto abbiamo un lavoro da fare: visitare altri pub di Dublino!
I costi: per due pinte di Harp, le cozze al vapore, un irish stew, una porzione di patate 35.5 euro (17,75 euro a pp).
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