Casa infante:una storia di successo tutta napoletana

Era da tanto che mi ero ripromesso di visitare i luoghi di produzione di Casa Infante, le belle gelaterie che si trovano un pò ovunque a Napoli. 


Se il tempismo è tutto nella vita, io sono certamente fuori di testa -come d'altro canto molti poppers potranno confermare- scegliendo di addentrarmi in un laboratorio di pasticceria in piena dieta POP.
Mai scelta fu più disgraziata: i vapori alcolici della bagna del babà mi accolgono all'ingresso, gli odori di frolla appena sfornata impregnano i vestiti, una marea di addetti impasta, stende, imbottisce, decora dolci di ogni tipo, forma e grandezza.

Piccoli babà a bagno

Marco Infante, con il fratello Fabio, sono i responsabili di questo girone dantesco del goloso, coloro i quali hanno avuto la forza e la caparbietà di perseguire e realizzare un'idea. La loro è una storia di successo tutta napoletana, centrata sulla qualità e l'innovazione che merita di essere raccontata.

Marco Infante POP

Erede della famiglia Leopoldo, autorità in città per quel che riguarda taralli e prodotti da forno, Marco quando non è impegnato negli studi si barrica nello storico laboratorio di famiglia a via Foria. I lievitati sono la sua passione ma Marco è un tipo curioso, gli piace approfondire ogni aspetto della pasticceria, dal gelato alle torte salate e crede fortemente nella formazione permanente. 
Nel 2010 al termine di un corso di gelateria con Giacomo Schiavon -titolare della pluripremiata Sorbetteria Castiglione di Bologna-, non ancora soddisfatto di quanto appreso propone di approfondire in un'altra occasione ancora la materia. Schiavon gli offre l'opportunità di rimanere in gelateria le settimane successive già dal giorno dopo. Un quarto d'ora per pensarci e la decisione è presa. Probabilmente Casa Infante è nata proprio in quei minuti.



L'idea che si fa largo nella mente di Marco è chiara: offrire a Napoli la possibilità di gustare un gelato realizzato con solo materie prime eccellenti, non servendosi di semi-lavorati, supportando per quanto possibile le produzioni locali, usando esclusivamente latte e grassi freschi.
I mesi successivi sono un continuo susseguirsi di emozioni: convincere la "famiglia" Leopoldo della bontà del progetto, affrancarsi dall'idea del "chi te lo fa fare, hai già una tradizione", mettere su un laboratorio, trovare i locali, preparare le ricette ed infine aprire al pubblico.  
I gusti di Casa Infante
Casa Infante parte con la gelateria di fronte la galleria Umberto I di Napoli. Il successo è travolgente e impone l'apertura di altri punti vendita in giro per la città. Negli anni l'attenzione ai prodotti diventa ancora maggiore: la nocciola è scelta personalmente da Marco e tostata secondo le sue indicazioni, le albicocche sono le celebri "perzechelle" del Vesuvio, così come i fichi sono i bianchi del Cilento e così via.

Si friggono struffoli

Ai gelati cominciano ad essere abbinati i dolci della casa, anch'essi rivisitati nella qualità da Marco e dunque ecco fare la comparsa di carrettini con sfogliatelle, cannoli o dolci di stagione.
Pastiere in mono porzione

Questo vulcanico trentenne, ormai gelataio a tempo pieno, ha però ancora una passione inespressa:i lievitati. 

La forza del lievito

Il panettone, il re dei lievitati, comincia a diventare un'ossessione; prove continue, settimane a "crescere" il proprio lievito, delusioni e nuovi inizi, tanta difficoltà ma anche tanta caparbietà portano Marco, con i preziosi consigli di Salvatore Tortora, suo capochef ed allievo di Iginio Massari, a realizzare finalmente il suo sogno. 

Marco e il capo chef Salvatore Tortora
Come ogni bella storia d'amore anche in questo caso, dopo tanto tribolare, c'è un lieto fine ed ecco arrivare il secondo posto al concorso per il miglior panettone d'Italia nel 2013, con in giuria la crème della pasticceria nazionale: il già citato Massari e Gino Fabbri.

Lo straordinario panettone

Non stupisce che oggi siano in tanti ad imitare lo stile di Casa Infante e tutto sommato, se questo servisse ad innalzare il livello delle gelaterie nella nostre regione (non vorremmo mai più vedere quel gusto blu chiamato puffo o Hamsik ne montagne di gelato che fuoriescono dai banconi), sarebbe comunque un successo attribuibile ai fratelli Infante, imprenditori capaci e dalla grande umanità.

Giustino e Mario alle paste di mandorla

Umanità che è un aspetto non secondario ed è testimoniato dall'affetto e dall'empatia degli addetti alla produzione nei confronti di Marco.
Qui regna davvero l'armonia, nonostante le dimensioni ed un'organizzazione importante, il clima è lo stesso di un classico laboratorio di pasticceria, la manualità è identica, non c'è nulla di industriale nella creazione di una sfogliata frolla o di una pasta di mandorle. 

Paola e Giacomo, cake operator


Questo è uno dei motivi per i quali Casa Infante/Leopoldo non si allontanerà troppo da Napoli: artigianalità e qualità non sempre vanno a braccetto con i grandi numeri e Marco e Fabio non sembrano disposti a trattare su quest'argomento. Come non essere d'accordo anche noi?

Selfie con Marco e Salvatore

Selfie con la squadra panettoni: Marco, Gennaro, Rocco e Generoso


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