La nuova stagione di Report è stata annunciata da una selva di anteprime tutte dedicate alla pizza: troppo cotta, troppo affumicata, troppo ricca di farine ed ingredienti di scarsa qualità.
L'inchiesta condotta dal giornalista campano Bernardo Iovene, è risultata provocatoria ed evidentemente orientata a supportare la sua idea di partenza: c'è poca professionalità se non approssimazione attorno al mondo della pizza.
Ne è risultato che i pizzaioli napoletani non puliscono i forni dalla farina bruciata, non lavano le oliere offrendo olio rancido, non conoscono qualità e provenienza dei prodotti adoperati, servono le pizze da asporto in contenitori potenzialmente pericolosi.
L'Associazione della verace pizza napoletana non ha tardato a fornire una sua risposta alle tesi portate avanti da Iovene, promuovendo un incontro tra operatori del settore e stampa ad Eccellenze campane. Ne è uscito un incontro interessante, non privo di dibattito e soprattutto ricco di prospettive per la pizza napoletana.
Il dott. Antonio Limone, commissario presso l'istituto di zooprofilassi di Portici, ha presentato le sue contro-analisi che confutando nel metodo e nel merito quelle di Report fugano ogni dubbio sulla salubrità di margherite e marinare.
Diego Rubino, patron della napoletanissima Inpact, società produttrice di cartoni per pizza con un film d'alluminio, evidenzia la qualità del suo packaging e la piena disponibilità alla collaborazione con l'Avpn per una diffusione più capillare e consapevole.
.Antonio Pace, presidente dell'associazione sottolinea il lavoro trentennale sull'uso dell'olio extravergine d'oliva e la spinta che si sta provando a dare all'ampliamento di produzione del pomodoro san Marzano tale da potere essere inserito nel disciplinare della pizza verace.
Al termine dell'incontro si ha la sensazione che quelle che doveva essere una semplice conferenza stampa è diventata una linea di ri-partenza per la pizza verace napoletana.
E' l'occasione per essere ancora più consapevoli della straordinarietà di questo prodotto che ha però bisogno di una rappresentanza istituzionale forte, autorevole, che possa essere baluardo degli artigiani contro le lobby dell'industria agroalimentare come sottolineava Antonio Starita;
è il momento di riflettere sulle modalità di formazione possibilmente permanente che meritano i pizzaioli, accogliendo anche l'invito e la disponibilità del dott.Limone e del suo istituto;
è il tempo di persuadere gli iscritti all'associazione che ancora non lo fanno, di seguire pedissequamente il disciplinare, per offrire a noi clienti un prodotto sempre perfetto;
è l'opportunità di fare sistema con i produttori campani (insistendo con la tracciabilità dei prodotti), con i fornitori campani, con le istituzioni campane per fare si che la forza della tradizione gastronomica locale possa essere anche forza economica e traino per tutta l'economia della nostra regione.
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