Pizzeria al 22, dal 1935 alla Pignasecca

Via Pignasecca, 22 Napoli
Tel.:081.552.27.26

Montesanto per me è stata sempre la porta di accesso al centro storico. Si arriva con la cumana e si scende la Pignasecca, poi ci si dirige dove è necessario.
Lungo l'antica strada ancora oggi risuonano gli echi delle voci dei mercanti, una variopinta umanità si succede continuamente ad interpretarne i personaggi del quotidiano teatro a cielo aperto, gli antichi odori di un ragù o di una genovese oggi cominciano a mischiarsi con quelli speziati delle comunità di stranieri che crescono nella zona dei quartieri donando nuova linfa ad una delle zone più animate della città.
Non credo di ricordare un mio passaggio alla Pignasecca senza avere per lo meno curiosato (ovviamente è solo un eufemismo per dire che ho assaggiato) nella vetrina della pizzeria al 22.



La pizzeria, fondata da Gianni Improta nel 1935, è tra le istituzioni dello street food partenopeo, con la vetrinetta del caldo sempre ben fornita di pizzette da consumare a portafoglio o di frittura da portare in cuoppo.

Massimo Esposito, pizzaiolo cresciuto al 22
La famiglia Improta dopo quasi 80 anni offre ancora una straordinaria finestra sulla cucina classica napoletana dai primi della tradizione ai contorni "come si facevano una volta" (non l'abbiamo provata in questa occasione, ma pare che la parmigiana di melanzane in coccio, cotta nel forno a legna sia da preservare come patrimonio dell'umanità Unesco...). 
Noi oggi abbiamo puntato ad assaggiare la pizza proposta da Massimo Esposito, il giovane pizzaiolo cresciuto al 22 che ha sostituito tre anni fa il mitico Mario, 82 anni aggraziati di cui 64 trascorsi a sfornare pizze in questo storico locale.


La margherita arriva calda fumante dal forno; il disco non è grande come da tradizione del posto, ma è ricca di un pomodoro di un'acidità più che godibile, giusta di fior di latte ( con mezzo bocconcino a fare capolino) e minima aggiunta di olio evo a crudo.  


La cottura è decisamente buona, nonostante siamo all'ora di pranzo; la pasta è di una leggerezza ed elasticità non sempre così interessanti nei locali storici di oggi (purtroppo), i sapori si fondono armoniosamente, un pizzico di sale in più fa capolino ma non trovo sia un difetto vista l'assenza di sete successiva al pasto.


Ci tratteniamo qualche minuto a chiacchierare nel locale, anche per continuare a godere del fresco in una giornata di vera calura come poche ne abbiamo avute in questa pazza estate 2014, senza che nessuno ci dia fretta ma anzi intrattenendoci simpaticamente anche con Federico Improta, il manager di oggi.
Soddisfattissimi anche nel prezzo: 2 margherite, 1 birra alla spina grande, 1 acqua - 14 euro 

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