Salento Pop

Quando sono in viaggio, per dare un senso all'incontro con "l'altro" che vado a conoscere, non posso prescindere da due azioni: perdermi e mangiare.
Perdermi  partendo da vie e monumenti più conosciuti e addentrandomi senza meta tra le vie della città per stupirmi imbattendomi in persone interessanti o angoli suggestivi.
Mangiare così come mangia la gente del posto, che siano i piatti più tradizionali o l'ultima creazione di un bar del centro, è il momento in cui entro veramente in contatto con quella cultura, mi ci confronto e mi arricchisco.

La puccia

In questo post metto un pò in ordine tutto il pop assaggiato in Salento, niente di pretenzioso ma tutto molto interessante.


Lecce
Il capoluogo di provincia ci è stato indicato un pò da tutte le persone del posto come l'epicentro della buona puccia e del buon pasticciotto. La prima è una sorta di panino, con una pasta a lievitazione molto lunga (qualcuno addirittura dichiara sino a 72 ore) che si può riempire di ogni ben di Dio; il secondo è un dolcetto di pasta frolla ripieno di crema pasticciera.
Mangiare la puccia a Lecce oggi vuol dire recarsi a L'angolino di via Matteotti, (via matteotti, 1), un piccolo locale take away,dotato di qualche tavolino utile soprattutto per accomodarsi con gli amici ed ingannare l'attesa che nei momenti più critici della giornata può arrivare ad essere di un'ora. La puccia è ottima, molto leggera e se chiedete ad Antonio di farvi la "classica" ve la riempirà sino a scoppiare di verdure soffritte o sottolio o fresche con della buona mozzarella.
Il pasticciotto è un dolce molto semplice d'accordo, ma non tutti sanno proporre una pasta frolla decente ed una crema pasticciera all'altezza. In città abbiamo provato le paste di Alvino in piazza S.Oronzo e di Natale in via Trinchese (sempre nei pressi della piazza), ambedue ottime ma con una preferenza per la prima, assaggiata anche con una variante ai pinoli.

Il caffè in ghiaccio
Ultima tappa a Lecce è l'Avio Bar, in viale XXV Luglio, noto per avere re-inventato il caffè in ghiaccio di spagnola memoria, in un fresco caffè zuccherato con latte di mandorla.

Porto Cesareo e la costa
Mangiare sulla costa senza incappare in trappole per turisti è molto difficile. Dunque preferisco optare per i locali più popolari, quelli più frequentati sia dai locali che dai vacanzieri per capire che aria tira in città.
Un gran bell'antipasto con pesce azzurro e frutti di mare a farla da padrona, linguine allo scoglio per due e un sincero bianco ad accompagnare il tutto per 30 euro sono la bella presentazione di Meeting, una pizzeria-trattoria proprio in centro. Corretta e molto apprezzata l'evidenza sul menù dei prodotti congelati. 
Stesso atteggiamento per la Medusa, una delle numerose pescherie che la sera cucinano i prodotti della bottega. Ottima frittura, bella impepata di cozze, piccola selezione di primi piatti tra i quali ho apprezzato gli gnocchetti alla pizzaiola con tonno fresco (impepata, gnocchetti e frittura, con mezzo litro vino 24 euro).

Gnocchetti alla pizzaiola con tonno fresco
In piazza attratti dalla folla abbiamo assaggiato la frittura di gamberi e calamari e la puccia di Cose fritte; abbondante e presentata con del pane arabo la prima, un mezzo saltimbocca la seconda. Prezzi onesti, ma un passaggio basta e avanza. Stessa cosa dicasi di Quo Vadis, locale che propone pasticciotti in 100 differenti maniere (anche salate).

I turcinieddhi
Visitando il borgo di Gallipoli, subito dopo avere visitato il bel duomo, ci siamo imbattuti in una macelleria con spiedo che proponeva altre specialità salentine, ovviamente non marinare: i turcinieddhi (interiora di agnello da latte racchiusi negli intestini) che a dispetto della descrizione sono buonissimi e le bombette (involtini di manzo/maiale con erbe aromatiche e formaggio). 
Abbiamo completato la cena con un rustico leccese (pasta sfoglia con un ripieno di besciamella, latticini e pomodoro) dell'adiacente pizzeria. Il costo di questa cena simpatica e ricca di sapori è stato di 10 euro per due persone.

Il rustico leccese
Altro posto molto simpatico è il Fico d'india, un chioschetto noto in Salento (almeno negli anni scorsi) per serate di musica e begli incontri, che abbiamo incrociato al ritorno da un pomeriggio a Porto Selvaggio e dove ci siamo fermati per un aperitivo. L'atmosfera è gradevolissima, al tramonto si gode di una vista molto bella e la musica lounge mette di buon umore; così come il piatto offerto per l'aperitivo ricco di salumi, formaggi e frise al pomodoro. Il conto con due birre abbinate è stato di 12 euro.


L'antipasto del fico d'india


Nardò
La città è davvero bella e merita una visita: una piccola Lecce! Abbiamo pensato fosse anche l'occasione di gustare qualcosa di più tradizionale e dunque, fidandoci delle recensioni di Trip (che come abbiamo già detto qui se ben adoperato è un ottimo strumento per orientarsi) ci siamo recati al Blues, una trattoria-pizzeria a gestione familiare. 

Scapece gallipolina e peperoni ripieni nella penombra...

Papà alle pizze, mamma in cucina e le figliole al servizio: è il vantaggio ma anche il limite di questa struttura. 
Il vantaggio lo si ritrova nella proposta di un menù dedicato ai piatti tipici salentini, proprio della famiglia (è la cucina di tutti i giorni della nonna) e spiegato in ogni sua parte con entusiasmo dalle deliziose ragazze. Il limite si evidenzia nei tempi di attesa davvero esagerati, anche quando il locale è mezzo vuoto come nel nostro caso; d'accordo proporre tutto freschissimo e cucinato al momento ma un briciolo di organizzazione (ed un aiuto in più) in cucina probabilmente consentirebbero di rendere meno slow la serata.
Scegliamo la carrellata di antipasti tra i quali spiccano la scapece gallipolina (alici fritte con zafferano e macerate in aceto), peperoni ripieni, verza con finocchietto di mare e alici, la crema di fave con cicoria e una buona selezione di formaggi.

Verza, alici e finocchio di mare

Zuppetta di cozze


Continuiamo (e concludiamo vista l'abbondanza dell'antipasto e la puccia di accompagnamento) con un piatto di maritati (orecchiette e fusillini misti) con cime di rapa e salsiccia che per mio grande stupore arrivano con le rape praticamente bollite e con la cipolla al posto dell'aglio (pare che in famiglia si propongano così)

Spaghetti vongole e fasolare homemade
Infine, l'abbondanza di pescherie non poteva lasciarci indifferente e dunque prepararci un bel piatto di spaghetti vongole e fasolare era un dovere...che qualcuno ha preso fin troppo sul serio!
Scarpetta scostumatissima post-spaghetto



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