Quattro pizze a casa di Pulcinella

Le serate "Alla scoperta della vera pizza napoletana", promosse dell'AVPN, sono diventate nel tempo un format di gran successo: appassionati, curiosi, sperimentatori, golosacci di ogni foggia, hanno finalmente un momento a loro dedicato, durante il quale approfondire la propria conoscenza della pizza napoletana in modo ludico e rilassato.

L'ultima tappa di questo laido tour è stata anche l'occasione per festeggiare la nuova sede della acerrana "Bella Napoli", la pizzeria che celebra Vincenzo Di Fiore, uno degli artigiani che rendono onore ad una provincia ricchissima di eccellenze eppure tanto bistrattata negli ultimi anni. Ospite di Vincenzo, è Pasqualino Rossi, un altro campione della pizza di provincia che, grazie alla sua "Elite", ha incluso Alvignano nel grand tour delle città pizzose. 



C'è intesa ed amicizia tra i due; è un rapporto che si estrinseca anche nelle pizze proposte nella serata, basate su prodotti campani ed interpretate da entrambi in modo semplice e coerente, senza quei voli pindarici che vengono lasciati ai pizza-chef di turno.  



I locali della nuova Bella Napoli, opera del giovane architetto acerrano Nunzia Albanese, sono piacevoli, arredati in uno stile minimal ed accogliente, con il colore rosso "san marzano" a fare da trait d'union. 



San Marzano che ritroviamo subito nella divertente pizza destrutturata, l'aperitivo con cui veniamo accolti. 


Di seguito un calzoncino alla genovese ed una frittatina di pasta e patate e provola.



La serata entra nel vivo con le pizze di Pasqualino Rossi. La margherita con cornicione ripieno di ricotta di bufala è La Grande bellezza, la pizza che Tony Servillo, assiduo frequentatore di Elite, ordina con militare costanza.



Continua con la eccellente scarola riccia,  capperi,  olive nere Caiazzane,  alici di Cetara e  provola di bufala.



Le successive due pizze, sono le creazioni proposte dal nostro ospite. 
La prima è la Primmavera: provola affumicata caudina, lardo di maialino nero casertano, fave Agriselva e pecorino romano. Una delicatezza difficilmente riscontrabile in altre pizze con salumi.


Il giro di assaggi si chiude con la stagionale Mammarella: fiordilatte caudino, lardo di maialino nero, cariofo dd'o vuosco d'acerra alla brace, pepe e prezzemolo.




Lello Surace, vice presidente e socio fondatore dell'AVPN, ha indicato ai presenti le linee guida per potere riconoscere una pizza napoletana fatta a regola d'arte.


Il pastificio Le gemme del Vesuvio, la casa vinicola Iovino, la cooperativa di prodotti agricoli Agriselva, il museo di Pulcinella: tanti interventi che hanno sottolineato l'urgenza e, soprattutto, la necessità di parlare di Acerra e della Campania felix tutta, finalmente da un altro punto di vista che non sia esclusivamente quello dell'emergenza ambientale. 




Incontri che parlano di storia, di sapienza, di cultura, di speranza; incontri che parlano di pizza. E' questa, probabilmente, la vera risposta a McDonald's che mai potrà offrire momenti del genere.

E poi, un selfie come questo, (non) succede solo da Mcdò...


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