Galameo: amo il buon cibo!

Nell'ultimo anno ho passato tanto tempo a chiacchierare con amici di ogni settore dell'enogastronomia: pizzaioli, cuochi, ristoratori, manager, pasticcieri, produttori, agricoltori. 
Certo, si parla dello specifico del proprio lavoro, ma spesso si divaga per il piacere di condividere esperienze e punti di vista su cose, eventi o persone. 
Ebbene, ogni volta che si arriva su di un nome, c'è un plebiscito di commenti amabili, interessanti e sempre pieni di stima verso quella persona.
Non potevo, quindi, lasciarmi scappare l'opportunità di conoscere Dario Meo, l'oggetto di tanto apprezzamento globale, non vuoi altro per cominciarne a parlare bene anch'io!


Un pranzo al cospetto di Antonio Tubelli e Guglielmo Vuolo, è stato certamente la cornice più degna per un incontro che mi ha molto restituito per la densità delle parole e dei temi trattati. 
Bancario di successo, amante delle sfide, Dario decide di lasciare la poltrona di funzionario a Roma e di occuparsi della parte commerciale di una piccola azienda che si propone di realizzare agricoltura biologica sulle pendici del Vesuvio: Casa Barone.
Nel giro di pochissimi anni il piennolo, il san marzano, i pomodorini gialli, freschi o in conserva ritornano al centro dell'attenzione degli operatori del settore; l'azienda cresce ,producendo confetture, marmellate, vini, distillati e ogni ben di Dio e Dario torna ad essere inquieto, rinasce la voglia di rimettersi in gioco.


Il desiderio di offrire ai propri figli dei biscotti che contenessero esclusivamente prodotti naturali, sono uno stimolo per Dario che, invece di fare come tutti noi, che saremmo scesi a comprare uova, farina e latte e ci saremmo industriati ad impastare dei saporiti frollini, decide di mettere su la Galameo. 


La nuova società ha come slogan "Amo il buon cibo" e si propone di realizzare biscotti che non contengano alcun tipo di aroma o additivo, che possano avere le stesse caratteristiche di artigianalità e genuinità di quei frollini che stiamo impastando "inguacchiando" il tavolo della nostra cucina.


Ora, come è risaputo, il vostro cronista spesso si sottopone ad estenuanti sedute valutative per condividere con il paziente lettore il proprio personale punto di vista riguardo una pizza o un bignè. 
Stavolta, visto l'oggetto, ho deciso di lasciare il delicato compito a dei professionisti del frollino: i diecenni! Costituiscono una comunità, molto diffusa in tutto il globo, nota soprattutto per essere cultori della cioccolata, del junk food e della playstation; normalmente, sono odiati, per avere superato la fase del continuo "e perchè..?" ed essere approdati nel periodo "so tutto io...", ma, nel contempo, sono amatissimi per la loro schiettezza e disarmante allegria.  



Il commento unanime è stato: buoni. Nessuno si è lanciato in voli pindarici, ma tutti sottolineano che assomigliano ai biscotti che faccio io (vabbuò, mò non esageriamo, io miei sono certo migliori!). Ed è proprio la cifra sulla quale la Galameo ha insistito, proponendo frollini molto equilibrati, nei quali si percepiscono nettamente il burro e la vaniglia, sapori che non sono sempre evidenti nei biscotti da grande distribuzione.
L'idea di Dario Meo è quella di catapultare anche i "sotuttoio" di cui sopra, ai tempi nei quali il rapporto con il cibo era vis a vis, sapevi quello che mangiavi perchè vedevi quello con cui era preparato, tempi nei quali gustare dei biscotti era un momento ludico e di festa e non uno scontato inzuppare prima della scuola.
Il secchiello della confezione che diventa un contenitore per la stanzetta, i giochi della tradizione a cui ogni varietà di biscotto è dedicata (ci sono la dama, il tris e il nomi-cose-città), l'evidenza dedicata agli ingredienti adoperati, rafforzano la missione della quale Galameo è voluta farsi capofila.


La linea Galameo, pian pianino, si sta arricchendo di altri prodotti, sia dolci che salati. 
Ecco dunque la Galamella (crema di nocciole e cioccolato con olio di oliva che i pupi hanno solo assaggiato e della quale parlerò in futuro, quando mi sarò ripreso dall'estasi), la salsa di pomodoro e addirittura una linea di pasta integrale trafilata al bronzo!

Come si può non rimanere ammirati dal percorso di questo giovane e vulcanico promotore del buon cibo? Mi ascrivo anch'io alle liste degli ammiratori di Dario Meo...

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